Ben ritrovato popolo del corner,
anche la seconda giornata del festival è trascorsa. Una serata molto intensa dove i treni di film sono stati densi, intervallati soltanto dagli incontri con i registi. E sì, perche erano ben tre i registi presenti in sala! Ne parleremo ma, senza preamboli, passiamo subito ai film presentati: per la sezione Sguardi d’Autore, “Mousse”, “Stella Amore”, “Lia”.
L’abilità del regista nel dare consistenza al racconto è lampante. I personaggi in questo film hanno un’identità, sono veri, ti interessa delle loro sorti. Impari a conoscerli pian piano e ti ci affezioni, cosa che permette allo spettatore di entrare in empatia con loro, e di conseguenza permette al regista di trasmettere ciò che desidera. Anche la recitazione è buona, un ottimo esempio da scuola del cinema. L’unica pecca che trovo in questo film riguarda la sceneggiatura, fluida, chiara, ma che non sa approfittare dei momenti di vulnerabilità del pubblico. Questo film, si potrebbe dire in definitiva, riesce ad ottenere un assegno in bianco per il cuore delle persone, ma ci scrive sopra una barzelletta.
Consigliato: agli aspiranti registi
Sconsigliato: a chi non capisce le barzellette
Un titolo che incuriosisce, delle immagini che emozionano. Una Alice che si perde non nel paese delle meraviglie, ma nel ben più severo e spietato mondo della realtà. L’impatto con l’universo del cinema e dello spettacolo visto dagli occhi ingenui di una bambina, la cui innocenza spinge lo spettatore ad un sincero sentimento di compassione. Brava e coraggiosa la regista, in veste di talent scout, a selezionare quella che poi diventerà la protagonista; la prima volta sullo schermo ed una recitazione che già fa impallidire le stelle.
Consigliato: ai Piccoli attori
Sconsigliato: agli stronzi
Il film è un tondo.
Consigliato: sempre agli aspiranti registi
Sconsigliato: alle kumari
Volete sapere qualcosa in più su questo film? Ok, è un tondo nel senso che è perfetto, come una forma geometrica, autoconclusivo e fa parte della vita di tutti, come il rito di passaggio dall’età infantile a quella adulta, di cui ci racconta il film e che ognuno di noi ha vissuto sulla pelle.
All’accendersi delle luci in sala è seguito l’incontro doppio con le registe di Lia (Arianna del Grosso) e Stella Amore (Cristina Puccinelli). Dopo avere letto le mie recensioni, immaginate quanto sia stato contento della loro presenza. I due film, oltretutto, condividono un filo comune: quello di raccontare una passaggio all’età adulta, ma visto da differenti angolazioni, una fisica e psicologica (Lia) ed una più emozionale (Stella Amore). Visto che le loro biografie le potete leggere direttamente sulle schede dei loro film, mi soffermerò solo sulle impressioni che ho avuto su di loro. Simpatiche e appassionate di cinema, intervistate da Vanni, hanno dato sfoggio ad una interessante visione della settima arte. Alla domanda “se un altro cinema è possibile” Arianna da una risposta condivisibile al 100%, facendo notare che, nonostante grande parte dei registi siano di sesso maschile, in quel momento, sul palco, c’erano due donne.
Passando agli altri film in programma. Per la sezione Nuove Prospettive sono stati proiettati: “Era ieri”, “Grandi ma piccoli”, “Io e me stesso”.
ERA IERI
Film di grande impatto, ma i pretesti per la continuità narrativa sono, a mio modo di vedere, quantomeno goffi. Dei sottotitoli in italiano sarebbero stati apprezzati.
Consigliato: ai cavalieri che affronterebbero un drago per la donzella amata
Sconsigliato: a chi non sa l’inglese
Un film toccante, che racconta in maniera veritiera quella che è la vita di un malato grave di Alzheimer, ma soprattutto come viene vissuta questa situazione dalle persone a loro care. La vicenda protagonista del corto, semplicemente raccontando la verità, tocca i cuori di tutti, facendo scendere inesorabilmente la classica lacrimuccia. Geniale l’idea, e ben inserita nella fase di montaggio, l’implementazione delle immagini di repertorio della famiglia.
Consigliato: a tutti
Sconsigliato: a chi ha la sindrome da occhio secco
Un film carino, ma fine a sè stesso. Probabilmente sono io che non ho trovato la chiave di lettura, ma per me il corto è finito ai titoli di coda.
Consigliato: a chi adora i loop infiniti
Sconsigliato: a chi soffre di doppia personalità
A seguire di nuovo un intervista; in sala il regista di Grandi ma piccoli Matteo Damiani, accompagnato da un’operatrice e dall’addetto al montaggio. Matteo ha spiegato il grande lavoro che c’è dietro al suo piccolo capolavoro, sia in termini di spazio che di tempo. Ha svelato inoltre che la protagonista della storia è sua madre e l’ho trovata una cosa molto tenera. Beh, per oggi ho detto anche troppe smancerie, meglio se smetto.
Al termine della serata, fuori dalla sala, i registi presenti non si sono tirati indietro neanche alle domande di curiosi e giornalisti, salutandoci nel migliore dei modi.
Un saluto anche da parte mia
Rossio